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Centrafricana, Repùbblica.

Stato (622.436 kmq; 3.205.000 ab.) dell'Africa centrale. Confina a Nord con il Ciad, a Est con il Sudan, a Sud con la Repubblica Democratica del Congo e con il Congo, a Ovest con il Camerun. Capitale: Bangui (531.763 ab.). Città principali: Bérbérati, Bangassou, Bossangoa, Bozoum. Ordinamento: Repubblica. La Costituzione del 2004 prevede un regime semi-presidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale per cinque anni. Il primo ministro è responsabile nei confronti dell'Assemblea Nazionale (costituita da 105 membri), dalla quale viene scelto. Moneta: franco CFA. Lingua ufficiale: francese; sono parlati anche dialetti sudanesi e il sango. Religione: protestante (26%), animista (24%), cattolica (17%) e musulmana (15%); ci sono minoranze appartenenti ad altre religioni. Popolazione: è costituita da gruppi etnici Banda, Baja, Ngbandi, Azande.

GEOGRAFIA

Il territorio è costituito da altopiani che si elevano a Est nei Monti Bongos (1.400 m) e Gaourana (1.275 m). Due sono i fiumi importanti: lo Chari, a Nord, presso il confine con il Ciad, e l'Oubangui, grosso affluente di destra del Congo. Il clima è subequatoriale; le precipitazioni, per lo più estive, sono più abbondanti nella parte meridionale del Paese. Nella parte settentrionale si estende la savana, mentre la parte meridionale presenta fitte foreste equatoriali.

ECONOMIA

L'economia si basa principalmente sull'agricoltura (cereali, frutta, cotone, caffè), l'allevamento bovino, lo sfruttamento delle foreste (ebano, mogano) e l'esportazione di diamanti, i cui giacimenti sono localizzati nella parte occidentale e sud-occidentale del Paese. Si estraggono anche oro e ferro. La capitale è sede di industrie tessili, chimiche, conciarie e alimentari.
Cartina della Repubblica Centrafricana


STORIA

Esplorato da alcune spedizioni europee nella seconda metà del XIX sec., in seguito agli accordi tra le potenze coloniali l'attuale territorio della R.C. fu assegnato alla Francia nel 1894 con il nome di Oubangui-Chari (dai nomi dei due principali fiumi che lo percorrono). Nel 1910 entrò a far parte dell'Africa Equatoriale Francese e nel 1946 assunse lo status di territorio d'oltremare. Acquistata nel 1956 una maggior autonomia nell'ambito dell'Unione francese, in seguito al referendum istituzionale del 29 settembre 1958 divenne Repubblica autonoma e assunse l'attuale denominazione di R.C. Il 16 agosto 1960 pervenne alla piena indipendenza, sotto la presidenza di David Dacko che ricoprì le cariche di capo dello Stato e del Governo, nonché di segretario del partito unico MESAN (Mouvement pour l'Évolution Sociale de l'Afrique Noire). Nonostante la sua riconferma alle elezioni del 1964 (avendo abolito i partiti fu l'unico candidato), il crescente malcontento provocato dalla crisi economica e la diffusa corruzione favorirono il colpo di Stato militare che il 1° gennaio 1966 portò al potere il comandante delle forze armate Jean-Bedel Bokassa. Fattosi eleggere presidente a vita nel 1972, il 4 dicembre 1976 si autoproclamò imperatore col nome di Bokassa I. L'Impero Centrafricano non durò a lungo, perché la Francia, che pure aveva favorito l'ascesa di Bokassa, di fronte alle sue efferatezze (fu accusato di massacri di massa, nonché di cannibalismo) gli tolse l'appoggio, screditandolo sul piano internazionale. Deposto il 20 settembre 1979 da un nuovo colpo di Stato che riportò al potere il già presidente Dacko, nel 1980 l'ex imperatore fu condannato a morte in contumacia; rientrato in patria nel 1986, fu condannato prima all'ergastolo (1988), poi a 20 anni di carcere (1991). Il 1° settembre 1981 il presidente della Repubblica Dacko venne deposto da un nuovo golpe da parte del generale Andrè Kolingba, nominato capo dello Stato e del Governo. Le elezioni presidenziali e parlamentari dell'ottobre 1992, le prime multipartitiche, che sancirono la netta sconfitta di Kolingba, vennero annullate dalla Corte Suprema per irregolarità. Le successive consultazioni presidenziali (1993) si conclusero con l'elezione a presidente di Ange-Félix Patassé, esponente del Movimento per la liberazione del popolo centrafricano (MLPC), che fu riconfermato nella carica nel 1999. Il suo regime fu segnato da una serie continua di rivolte, ammutinamenti e tentativi di colpo di Stato che portarono il Paese sull'orlo della guerra civile, sventata dalla mediazione francese e di altri Paesi africani e dall'intervento massiccio delle forze ONU, installatesi nella capitale dal 1998 al 2000. In seguito all'ennesimo golpe (28 maggio 2001), solo l'intervento di Libia, Ciad e Congo permise a Patassé di riprendere il controllo della capitale. Nell'ottobre 2002 un tentativo di colpo di Stato organizzato dal comandante dell'esercito François Bozize fu scongiurato dalle truppe libiche, che dal maggio 2001 presidiavano i punti chiave della capitale Bangui. Il 15 marzo 2003 lo stesso Bozize prese il potere con le armi, incontrando scarsa resistenza. Nel 2004 fu varata una nuova Costituzione. Nel 2005 una serie di violenze perpetrate da miliziani e ribelli spinse oltre 45.000 nomadi Mbororo e contadini musulmani Fulbe a trovare riparo in Ciad. Dopo la riaffermazione di Bozizé alle elezioni presidenziali del maggio 2005, la R.C. cercò, attraverso una serie di riforme e di accordi con organismi internazionali, di porre le basi per un processo di ricostruzione e di pace. Ma i continui scontri armati nel Nord del Paese, che proseguirono anche nel 2006, sommandosi a una situazione economica disperata, misero più volte a rischio il fragile equilibrio del Paese.